"UNA COSA SOLA"
ANIMATA DAI CATECHISTi ED EDUCATORI ACR
TI SALUTO O CROCE SANTA
Ti saluto, o Croce santa,
che portasti il Redentor;
gloria, lode, onor ti canta
ogni lingua ed ogni cuor.
Sei vessillo glorioso di Cristo,
sei salvezza del popol fedel.
Grondi sangue innocente sul tristo
che ti volle martirio crudel.
Ti saluto, o Croce santa,
che portasti il Redentor;
gloria, lode, onor ti canta
ogni lingua ed ogni cuor.
Tu nascesti fra le braccia amorose
d'una Vergine Madre, o Gesù.
Tu moristi fra braccia pietose
d'una croce che data ti fu.
Ti saluto, o Croce santa,
che portasti il Redentor;
gloria, lode, onor ti canta
ogni lingua ed ogni cuor.
I STAZIONE
GESÙ È CONDANNATO A MORTE
C. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo
T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Pilato, riuniti i sommi sacerdoti, le autorità e il popolo, disse: «Mi avete portato quest'uomo come sobillatore del popolo; ecco, l'ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in lui nessuna colpa di quelle di cui lo accusate; e neanche Erode, infatti ce l'ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciò, dopo averlo severamente castigato, lo rilascerò». Ma essi si misero a gridare tutti insieme: «A morte costui! Dacci libero Barabba!». Questi era stato messo in carcere per una sommossa scoppiata in città e per omicidio. Pilato parlò loro di nuovo, volendo rilasciare Gesù. Ma essi urlavano: «Crocifiggilo, crocifiggilo!». Ed egli, per la terza volta, disse loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato nulla in lui che meriti la morte. Lo castigherò severamente e poi lo rilascerò». Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso; e le loro grida crescevano Pilato allora decise che la loro richiesta fosse eseguita. Rilasciò colui che era stato messo in carcere per sommossa e omicidio e che essi richiedevano, e abbandonò Gesù alla loro volontà. (Lc 23, 13-25)
Ora Gesù si ritrova davanti alle autorità e al popolo per essere giudicato. L’accusa non sembra convincere Pilato che ritiene Cristo privo di colpe e quindi non meritevole della morte. Ma la folla e i sommi sacerdoti avevano le idee chiare: Gesù doveva essere crocifisso. Quante volte, Gesù, anche noi ci ritroviamo a giudicare una o più persone come fece tutta la folla concitata contro di te. Tante, troppe volte siamo lì a calpestare il prossimo, a scegliere la violenza e a far prevalere l’ingiustizia. E tutto ciò accade in qualsiasi ambito: in famiglia, nella scuola, sul posto di lavoro, in politica, nello sport ma anche in parrocchia. Signore, fa che possiamo sentire la tua voce dentro di noi senza che venga contaminata dall'influenza della “folla”, che spesso condiziona e trascina tutti noi. Donaci, quindi, umiltà, amore e unità: umiltà nel non giudicare tutti coloro che ci circondano, amore affinché possiamo perdonare tutti coloro che giudicano e soprattutto l’unità parrocchiale in modo che possiamo tutti essere vicini all’altro in questo cammino spirituale verso di te.
Chiusa in un dolore atroce,
eri là sotto la croce,
dolce Madre di Gesù.
Santa Madre deh! Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
II STAZIONE
GESÙ PRENDE LA CROCE
C. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo
T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
E a tutti diceva: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà”. (Lc 9,23-24)
Signore qual è la mia croce? In cosa devo cambiare per abbracciare la mia croce? Essere disponibile con chi mi circonda, più amorevole verso i miei bimbi della catechesi? Smussare il mio carattere, rendendomi più umile, abbandonare le discussioni inutili evitando così chiacchiere vane. Ho capito che seguendo te si è salvi, aiutami a seguirti sempre di più…e se la mia vita è costellata da tante croci, aiutami ad affrontarle con coraggio come tu facesti nell'accettare la tua, tu agnello immolato e senza macchia.
Il tuo cuore desolato
fu in quell'ora trapassato
dallo strazio più crudel.
Santa Madre deh! Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore
III STAZIONE
GESÙ CADE LA PRIMA VOLTA
C. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo
T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Voi tutti che passate per la via, considerate e osservate se c’è un dolore simile al mio dolore, al dolore che ora mi tormenta, e con cui il Signore mi ha afflitta nel giorno della sua ira ardente. (Lam 1,12)
Quante volte, Signore Gesù, siamo a terra a causa delle nostre debolezze e dei nostri limiti. Chiusi nel nostro egoismo, nella nostra prepotenza e nel nostro auto
centrismo, restiamo schiacciati sotto il peso delle divisioni, delle rivalità, delle gelosie. Spesso non ci accorgiamo dei nostri fratelli che hanno bisogno di aiuto, non sappiamo donare pace agli animi turbati ed ascoltare il bisogno di conforto che gli altri chiedono. Siamo qui, Signore Gesù, per seguirti. Aiutaci a comprendere che solo se siamo uniti avremo la forza di rialzarci dalle nostre cadute quotidiane e riprendere il cammino per essere veri testimoni del Vangelo.
Quanto triste, quanto affranta
ti sentivi, o Madre santa
del divino Salvator.
Santa Madre deh! Voi fate c
he le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
IV STAZIONE
GESU’ INCONTRA SUA MADRE
C. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo
T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: “Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima. Maria da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. (Lc 2, 34-35)
La grandezza divina di Gesù appare nella determinazione con la quale ha camminato fin sulla cima del Calvario. Gesù non è un masochista che ha cercato la morte. Non è alla ricerca della distruzione di se stesso. Non è un imprudente che provoca i nemici. La croce gli viene inflitta dall’odio e dall’invidia degli uomini, ma Egli la accetta dalla volontà del Padre. Il Padre gli chiede di prendere sulle sue spalle il peccato del mondo, che è un condensato di disprezzo per Dio e per l’uomo. Gesù abbraccia la croce con un gesto di amore sconfinato: <<Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici>> (Gv 15,13). Gesù poteva sfuggire alla croce e poteva anche scendere da essa. Satana prima lo tenta (Mt 16,22) e poi lo sfida (Mt 27,40). Ma invano. Gesù si tiene stretta la sua croce. La croce è un segno di contraddizione. Nonostante il suo eccelso valore umano, divide inevitabilmente gli uomini. Essa è infatti il simbolo della battaglia del male contro il bene, che durerà fino alla fine dei secoli. Da una parte rivela l’odio degli uomini contro Gesù Cristo, dall’altra il suo amore prodigo e senza confini per ognuno di loro. Nel medesimo tempo la croce manifesta l’esito di questa battaglia, che è la vittoria dell’amore. Maria nella vita di Gesù è una presenza costante e discreta. Mai invadente o invasiva. La tradizione della Via Crucis pone alla quarta stazione l’incontro con la Madre… in realtà Lei è presente “prima della prima”. Lo segue sempre rimanendo al suo posto pronta a intervenire, qualora la chiamasse. Una discrezione da cui c’è tanto da imparare. Maria fino alla fine e oltre la morte questa presenza rimane costante e discreta. La Madre… Gesù i loro occhi si incontrano una vita in uno sguardo! A Cana Gesù dice alla Madre “non è giunta ancora la mia ora”. Adesso l’ora è arrivata e Lei c’è! Si guardano e trovano nell’amore che li unisce, la forza di continuare fino in cima. Maria è la vera credente, la perfetta cristiana, colei che ha riposto la sua fiducia in Dio sempre e custodiva ogni Parola meditando nel suo cuore, anche noi come Maria dovremo meditare nel nostro cuore e custodire la Parola per essere “autentici” fatti di Parola, e non di parole come recipienti bucati. Vivere in Gesù con Gesù e per Gesù è l’unico modo per essere… disponibili? No, per essere “tutto” e vivere una vita degna di essere vissuta. Maria, che rispecchi fedelmente il volto del tuo Figlio, dolcezza, tenerezza, bellezza, profondità di amore, donaci di assomigliarti nella fede, nella preghiera di intercessione e meditazione della Parola; nell’umiltà che è sottomissione creativa alla forza della verità e dell’amore, quell’umiltà che è rigetto dell’apparenza e della superficialità per essere veramente disponibili. Madre della Chiesa e Madre mia anch’io aggrappata al tuo manto cammino verso la cima del Monte, con Te tutto è facile!
Con che spasmo piangevi,
mentre trepida vedevi
il tuo figlio nel dolor.
Santa Madre deh! Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
V STAZIONE
GESÙ VIENE AIUTATO DAL CIRENEO
C. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo
T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Mentre lo portavano via, presero un certo Simone, di Cirene, che veniva dalla campagna, e gli misero addosso la croce perché la portasse dietro a Gesù.
(Lc 23 -26)
Durante la tua salita al Calvario, Gesù, stremato dalla terribile flagellazione, sei stato aiutato a portare il tuo carico pesante da un uomo che tornava dai campi, Simone detto Cireneo. Simone, inconsapevole più che cosciente ha portato la Croce del Cristo, segno di salvezza e di libertà per tutte le "croci" dell’uomo. Signore, questa sera ti chiedo, per la missione che mi hai affidato di annunciare la tua parola, di essere esempio di disponibilità e generosità al fine di favorire all'interno della nostra comunità unione e coesione,di poter aprire sempre il mio cuore all'amore verso chi mi sta vicino,di guardare negli occhi delle persone e capire i loro bisogni, i loro dolori, le loro preoccupazioni e poter donare loro una parola amica,o anche solo un sorriso per farle capire che c'è qualcuno che si preoccupa per loro, perché spesso volti di dolore sono nascosti da maschere sorridenti.
Se ti fossi stato accanto
forse che non avrei pianto,
o Madonna, anch'io con te?
Santa Madre deh! Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
VI STAZIONE
LA VERONICA ASCIUGA IL VOLTO DI CRISTO
C. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo
T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per provare in lui diletto. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia. (Isaia 53, 2-3)
Una donna la Veronica incauta dei soldati e della folla urlante si fa strada per giungere a te Signore e con un gesto pietoso asciuga il tuo volto grondante di sangue e di sudore. Quel volto rimane impresso su quel panno di lino e soprattutto nel cuore della Veronica. Anche io ho cercato il tuo volto o Signore, l’ho cercato facendomi largo tra la folla dell’egoismo e dell’indifferenza. L’ho trovato Signore in quegli sguardi dei fanciulli che mi sono stati affidati dal parroco per la preparazione al sacramento della Eucarestia, entrando così a far parte di questa famiglia che è la chiesa, una comunità di persone, di fede,
radunata nel tuo nome. Non è stato sempre facile ritrovare il tuo volto Signore nella comunicazione e nella unione della comunità e soprattutto fra noi collaboratori parrocchiali. Emerge spesso in me una discrepanza tra il sentire interno e quello del contesto. Non so da cosa possa scaturire tutto questo ma penso che con un piccolo sforzo di apertura verso l’altro, si possa avere una opportunità di crescita comunitaria e così riscoprire il tuo volto Signore.
Aiutami Signore ad essere come la Veronica la quale con grande forza e fede non ha avuto difficoltà ad andare incontro a te, tergendo il tuo volto e imprimendolo nel suo cuore.
Dopo averti contemplata
col tuo Figlio addolorata,
quanta pena sento in cuor!
Santa Madre deh! Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
VII STAZIONE
GESÙ CADE LA SECONDA VOLTA
C. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo
T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l'iniquità di noi tutti. Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca. (Isaia 53,6-7)
Stiamo seguendo Gesù, il maestro, che va a patire per noi. Le sue cadute sono le nostre cadute, ma Egli ci sosterrà e ci salverà. Nel suo amore che ci salva, troviamo la comunione con Lui e tra di noi; su di essa è fondata la nostra comunione parrocchiale.
Santa Vergine, hai contato
tutti i colpi del peccato
nelle piaghe di Gesù.
Santa Madre deh! Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
VIII STAZIONE
GESÙ INCONTRA LE PIE DONNE
C. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo
T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che facevano cordoglio e lamento per lui. Ma Gesù, voltatosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete per me, ma piangete per voi stesse e per i vostri figli. Perché, ecco, i giorni vengono nei quali si dirà: "Beate le sterili, i grembi che non hanno partorito e le mammelle che non hanno allattato". Allora cominceranno a dire ai monti: "Cadeteci addosso"; e ai colli: "Copriteci". Perché se fanno questo al legno verde, che cosa sarà fatto al secco?» (Lc 23, 27 -31)
Le parole di Gesù ci invitano a riflettere sulla responsabilità che ognuno di noi ha nei confronti dei ragazzi che ci sono stati affidati. Domandiamoci se come genitori, educatori, catechisti, siamo testimoni autentici del Vangelo; se siamo consapevoli della responsabilità che abbiamo nei loro confronti e che cosa dobbiamo fare per essere sempre più capaci di rispondere alla chiamata che abbiamo ricevuto ed accolto nei nostri rispettivi ruoli. Domandiamoci se i nostri ragazzi e tutti quelli che guardano alla nostra comunità, vedono in essa il segno di unità che riesce a vincere le difficoltà e le divisioni e a vivere concretamente l’amore che Gesù ci ha donato. Papa Francesco ha scritto nell’Evangeli Gaudium: “Ci sono cristiani che sembrano avere uno stile di quaresima senza Pasqua”. Signore, insegnaci ad essere testimoni credibili, felici e credenti nel tuo amore e a sperimentare alla fine di questo periodo di quaresima, la gioia della Resurrezione nella nostra vita e nei nostri rapporti quotidiani e a vivere nel nostro gruppo di catechisti in comunione di spirito e di opere.
E vedesti il tuo Figliuolo
così afflitto, così solo,
dare l'ultimo respir.
Santa Madre deh! Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore
IX STAZIONE
GESÙ CADE LA TERZA VOLTA
C. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo
T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Noi che siamo i forti abbiamo il dovere di sopportare l’infermità dei deboli, senza compiacere noi stessi. Ciascuno di noi cerchi di compiacere il prossimo nel bene, per edificarlo. Cristo infatti non cercò di piacere a se stesso, ma come
sta scritto: “gli insulti di coloro che ti insultano, sono caduti sopra di me”. (Rm 15, 1-3).
Signore Gesù, quante umiliazioni e maltrattamenti hai dovuto subire. Lungo la strada del Calvario sei caduto per ben tre volte, ma ti sei sempre rialzato. Ti prego Signore per tutte le volte che mi sentirò a pezzi, stremata. Aiutami a non lasciarmi abbattere, a non cedere alle tentazioni. Tu dici che i forti hanno il dovere di sopportare i deboli senza compiacersi. Aiutami ad essere un forte, fa che io sappia dare il mio contributo perché si realizzi l’unità che tutti auspichiamo nella nostra comunità, famiglia delle famiglie, luogo in cui tutti si devono sentire amati, luogo dove riuscire ad educare alla vita del Vangelo con gioia, vivendo sentimenti di amicizia e di fratellanza.
Dolce Madre dell'amore,
fa' che il grande tuo dolore
io lo senta pure in me.
Santa Madre deh! Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore
X STAZIONE
GESÙ E' SPOGLIATO DELLE SUE VESTI
C. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo
T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca. Così si adempiva la Scrittura: “Si son divise tra loro le mie vesti e sulla mia tunica han gettato la sorte”. E i soldati fecero proprio così. (Gv 19, 23-24).
Gesù è stato spogliato delle sue vesti dunque spogliato della sua dignità di uomo prima ancora che figlio di Dio. Lo stesso che è stato offerto allo sguardo dell'intera umanità. Spogliato di se stesso si è sacrificato per noi. Guardando Gesù nudo sulla croce, avvertiamo dentro di noi la necessità di denudarci spiritualmente davanti a Lui, Dio e anche davanti ai nostri fratelli nella Comunità. Per questo dobbiamo spogliarci dalla pretesa di apparire migliori di quello che siamo, per cercare invece, di essere sinceri e trasparenti. Liberiamoci quindi dall'ipocrisia e non contestiamo le buone azioni degli altri, poiché così
facendo contestiamo Gesù e Dio. Signore Gesù nudo sulla croce Aiutaci ad essere nudi davanti a te e agli altri.
Fa' che il tuo materno affetto
per il Figlio benedetto
mi commuova e infiammi il cuor.
Santa Madre deh! Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore
XI STAZIONE
GESÙ È INCHIODATO SULLA CROCE.
C. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo
T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo
“Giunti sul luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: Padre perdonali perché non sanno quello che fanno”. (Lc 23, 33-34).
Gesù, su quella croce ti abbiamo lasciato morire. Abbiamo lasciato che ti inchiodassero e crocifiggessero, nonostante tu fossi innocente. La tua morte, il tuo sacrificio lo riviviamo ogni volta che ci lasciamo dominare dalla logica del pregiudizio, che ci facciamo influenzare dal pensiero di altre persone. Quando sputiamo sentenze e giudizi su qualcuno, noi se pure tacendo, ti crocifiggiamo. Non abbiamo la forza di difendere la verità, non abbiamo la prontezza di non permettere a chiunque di inchiodare una persona alla croce di un pettegolezzo o di una calunnia. Le parole non tornano indietro, una volta pronunciate non possiamo più riprenderle. Donaci la forza di dosarle, o Signore e di essere sempre autentici ai tuoi occhi.
Le ferite che il peccato
sul tuo corpo ha provocato,
siano impresse, o Madre, in me.
Santa Madre deh! Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore
XII STAZIONE
GESÙ MUORE IN CROCE.
C. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo
T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo
“Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. “Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloi, Eloi, lemà sabactàni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: “Ecco, chiama Elia!”. Uno corse a inzuppare di aceto una spugna e, postala su una canna, gli dava da bere, dicendo: “Aspettate, vediamo se viene Elia a toglierlo dalla croce”. Ma Gesù, dando un forte grido, spirò. (Mc 15, 33-37).
“Si fece buio su tutta la terra”. Il buio che cala sulla terra, è anche il buio che cala sulla nostra comunità, dentro di noi stessi, nel momento in cui veniamo meno alla tua chiama, trascurando i nostri doveri in quanto membri vivi e attivi della comunità. Al presentarsi di un compito, ci convinciamo che non tocca a noi, che non ci riguarda, che non siamo capaci o che sia tutto un fallimento, tutto per giustificare la nostra mancanza, e quando qualcun’altro prende tale iniziativa, addirittura facciamo sforzi a ringraziarlo ed aiutarlo. Ma ancora di più, la comunità diventa morte, quando, presi dall’invidia cerchiamo di distruggere il lavoro degli altri, mettendolo in cattiva luce o criticandolo. Cosi, la nostra comunità non costruisce, ma si distrugge. Diventa morta o meglio sterile, perché senza unione, senza aiuto e amore reciproco. Signore, tu che sei il Dio dei vivi, trasforma la nostra comunità in una vera famiglia, composta da operatori di pace e di unità.
Del Figliuolo tuo trafitto
per scontare ogni delitto
condivido nel dolor.
Santa Madre deh! Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore
XIII STAZIONE
GESÙ È DEPOSTO DALLA CROCE
G: Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo
T: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo
“C’era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, persona buona e giusta. Non aveva aderito alla decisione e all’operato degli altri. Egli era di Arimatea, una città di Giudei, e aspettava il regno di Dio. Si presentò a Pilato, chiese il corpo di Gesù. E lo calò dalla croce.” (Lc 23, 50-53).
Signore Gesù, Giuseppe D’Arimatea che era stato tuo discepolo in segreto, solo dopo la tua morte trova il coraggio di uscire allo scoperto e di dichiararsi per Te, di agire per te, chiedendo il tuo corpo a Pilato, preoccupandosi di darti una degna sepoltura. Ogni giorno anche noi nella nostra comunità siamo chiamati ad uscire allo scoperto, ad agire, eppure tante volte sprechiamo il nostro tempo per chiacchiere inutili, per pettegolezzi, per la sola diffidenza su chi è prima o dopo. Aiutaci Signore a non volerci sentire importanti ma ad essere importanti per gli altri, fa che ognuno di noi sia per l’altro uno di cui si ci può fidare e che l’unico sospetto valido in noi sia che l’altro non riceva amore in abbondanza. Donaci la grazia di comprendere il valore dell'unità tra noi; infondici la forza per affrontare e vincere gli ostacoli della comunione; regalaci il gusto per condividere il nostro cammino di fede, le nostre esperienze di preghiera, le nostre iniziative e le attività, i nostri pensieri, le nostre speranze, i momenti tristi e quelli allegri. Certo Signore tutto questo sembra un sogno però io so che un sogno condiviso diventa realizzabile. Signore, tu non ci hai dato il potere di compiere magie, ma la forza di spostare montagne. Ti preghiamo, sostieni il nostro impegno affinché, con la nostra fatica ed il nostro amore, possiamo edificare la Chiesa-comunità, immagine del tuo volto in cui si rifletta l’amore tra noi e verso il prossimo.
Di dolori quale abisso!
Presso, o Madre, al Crocifisso
voglio piangere con te.
Santa Madre deh! Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
XIV STAZIONE
GESÙ VIENE DEPOSTO NEL SEPOLCRO
G: Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo
T: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo
“Nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto. Là dunque deposero Gesù.” (Gv 19,41-42)
Gesù, tu sei nato in una grotta e ora nuovamente una grotta accoglie il tuo corpo. Tutto sembra finito, sembra che il male sia più forte del bene, ma non è così. A Betlemme sei nato per condividere la vita degli uomini, ora in questo sepolcro ti prepari a “nascere” nuovamente, ma a una vita senza fine, quella eterna. La storia perciò non finisce nel sepolcro ma esplode nel sepolcro. Attraverso la tua risurrezione Gesù, apri a noi la porta del Paradiso
e dimostri che l’Amore vince il male. Anche noi siamo chiamati a vivere una vita piena d’amore, libera dalle nostre paure e dal nostro egoismo. Una vita in cui siamo disposti a mettere in gioco noi stessi per il bene del prossimo, in questo caso penso per il bene dei bambini che ci hai affidato perché li accompagnassimo all’incontro con Te. Certo a volte è difficile tenere fede all’impegno preso ma poi incontri il sorriso di un bambino ed ogni fatica è ripagata, perché in quel sorriso c’è la forza di affrontare gli ostacoli. Fa Signore che tutti noi catechisti ed operatori pastorali sappiamo condividere le nostre esperienze, le nostre qualità ma anche i nostri errori perché possiamo crescere nell’amore tra noi ed essere sempre più uniti per poter essere testimoni attendibili del tuo amore.
Con amor di figlio, voglio
fare mio il tuo cordoglio,
rimanere accanto a Te.
Santa Madre deh! Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
XV STAZIONE
GESÙ RISORGE.
G: Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo
T: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo
“Passato il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria andarono a visitare il sepolcro. Ed ecco che vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come la neve. Per lo spavento che ebbero di lui le guardie tremarono tramortite. Ma l’angelo disse alle donne: Non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. E’ risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: E’ risuscitato dai morti e ora vi precede in Galilea: là lo vedrete. Ecco, io ve l’ho detto”. (Mt 28, 1-7).
Accade spesso che durante il nostro cammino terreno piombi su di noi lo sconforto Sono molti quelli che giacciono nella tomba della violenza, dell'inerzia, delle depressioni, delle oppressioni, delle delusioni. Spesso vivere è far finta di vivere. Ma l'annuncio dell’angelo risuona forte: «Non abbiate paura! Gesù è veramente risorto». Cosa significa per noi la risurrezione di Cristo? Di fronte alla sofferenza e alla morte saremo sempre poveri. La fiducia nella risurrezione di Gesù non spiega il perché della sofferenza e della morte La fiducia nella risurrezione di Cristo è piuttosto come un’ancora che gettiamo per tenerci saldamente attaccati alla speranza. Nelle nostre preoccupazioni e gioie quotidiane, e anche nelle nostre prove, possiamo rivolgerci a Cristo. Egli è vivo, anche se i nostri occhi non lo vedono, anche se non possiamo sentire sempre la sua presenza. Se accogliamo la gioia della risurrezione! Non siamo più soli, niente ci può separare dall’amore di Dio. E portare in noi la gioia della presenza di Dio ci permette di farci vicini a quelli che sono in difficoltà. Attraverso la vita della nostra piccola comunità, vogliamo e chiediamo al signore di esprimere che Cristo ci unisce in un’unica grande famiglia. Noi tutti vorremmo che le nostre chiese vivessero nella gioia e nella semplicità del Vangelo, così che l’amore, la comprensione, l’accoglienza, la disponibilità di Cristo possano brillare nel mondo. La Chiesa non è la luce stessa, ma se la comunione, la fratellanza tra i cristiani fosse più visibile, la Chiesa sarebbe come una bella luna piena che
riflette la luce solare ed illuminerebbe meglio le notti dell’umanità.
Santa Madre deh! Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
NOSTRA GLORIA
Nostra gloria è la Croce di Cristo,
In Lei la vittoria.
Il Signore è la nostra salvezza,
La vita, la Risurrezione.
Non c'è amore più grande
Di chi dona la sua vita.
O Croce, tu doni la vita
E splendi di gloria immortale.
Nostra gloria è la Croce di Cristo,
In Lei la vittoria.
Il Signore è la nostra salvezza,
La vita, la Risurrezione.
O Albero della vita,
Che ti innalzi come un vessillo,
Tu guidaci verso la meta,
O segno potente di grazia.
Nostra gloria è la Croce di Cristo,
In Lei la vittoria.
Il Signore è la nostra salvezza,
La vita, la Risurrezione.
Tu insegni ogni sapienza
E confondi ogni stoltezza.
In Te contempliamo l'amore,
Da Te riceviamo la vita.
Nostra gloria è la Croce di Cristo,
In Lei la vittoria.
Il Signore è la nostra salvezza,
La vita, la Risurrezione.